Parlare con Daniele Montali significa addentrarsi nella cultura parmense più pura, quella di cui la "erre uvulare" - quasi tranchant, la sua - è solo il segno più apparente. C'è da sentirlo, poi, quando pronuncia fiero il nome della sua creatura, Ruliano, di cui loda anzitutto la scelta d'aver sposato un principio, la trasparenza, che è alla base di tutta la sua filosofia e che, in particolare, legittima la frase ricorrente della nostra chiacchierata: "i prosciutti non sono tutti uguali." D'altro canto, per Ruliano la trasparenza non è un dovere, come per la pubblica amministrazione, ma una conseguenza naturale di una prassi di lavoro quotidiana